domenica 15 maggio 2016

Lettera agli Elettori

Napoli, 16/5/2016

Cari Colleghi,

con la presente rendo noto a tutti che questa mattina ho provveduto a depositare, nei tempi e nelle forme previsti dallo Statuto e dal Regolamento Generale, la mia candidatura a ricoprire la carica di Rettore dell’Ateneo per il prossimo sessennio.

A coloro tra Voi che non mi conoscono, almeno non personalmente, questa decisione potrà apparire estemporanea a causa della mia pluriennale astensione dalla gran parte delle decisioni e dei provvedimenti assunti negli anni del Rettorato in via di conclusione; astensione in parte intenzionale, determinata dalla mia scarsa condivisione delle linee strategiche adottate nella gestione dell’Ateneo, ed in parte forzata per l’esclusione dal Senato Accademico dei direttori di Dipartimento che avevano fatto parte del precedente. Spero che questa lacuna di conoscenza personale possa colmarsi in tempo utile, mi adopererò in tal senso. I molti che mi conoscono comprenderanno invece facilmente la solidità delle radici su cui si fonda la mia decisione ricordando le parti non secondarie che assunsi negli anni dell’effettivo sviluppo del nostro Ateneo.

Influiscono sulla mia decisione le esortazioni di molti Colleghi, anche appartenenti ai ruoli del Personale tecnico-amministrativo, e la mia convinzione che il futuro del nostro Ateneo nella sua attuale autonomia passi attraverso un cambiamento dello stile di leadership, delle modalità di condivisione delle decisioni, delle modalità di impostare i rapporti all’interno e con l’esterno. A tali incombenze sono convinto di saper rispondere efficacemente non da solo ma con l’aiuto dei Colleghi che hanno manifestato la loro disponibilità a collaborare e di altri che la manifestino nonché con il supporto dell’esperienza, della capacità e dell’affidabilità del Personale tecnico amministrativo.

Ho avuto in mente il mio programma sin dal momento in cui ho reso nota la mia intenzione di candidarmi (nel passato settembre) ma il mio costume di condividere i progetti con chi quei progetti deve portare a compimento mi ha imposto un confronto lungo e faticoso che giudico tuttavia estremamente costruttivo. Chi tra di Voi mi conosce, anche superficialmente, sa bene che non ho consuetudine né con l’accentrare, né con il blandire, né con il minacciare: di gran lunga privilegio l’inclusione e la condivisione. Quindi, il programma di lavoro è stato il primo banco di prova di una metodologia collegiale che informerà, in caso di elezione, tutto il mio operato senza che per questo venga meno la mia personale responsabilità e l’obbligo di coordinamento.

Ma il programma non è tutto. Da tempo rifletto e riflettiamo su un dato dolorosamente incontrovertibile: il nuovo Rettore erediterà un Ateneo ricco di potenzialità, competenze e passioni positive; con un patrimonio di studenti costruito nel tempo in barba a tutte le classifiche e le considerazioni troppo schematicamente competitive. Ma non possiamo nasconderci che si tratta anche di un Ateneo profondamente diviso al suo interno. E’ mia convinzione che tali divisioni vadano composte in maniera prioritaria. Vicende come l’università telematica, la struttura di secondo livello, la VQR, per fare qualche esempio, non devono, nel metodo più che nel merito, trovare mai più cittadinanza al nostro interno. Unire nella massima misura possibile è il nucleo su cui si reggerà ogni mia azione di governo

Metto a disposizione la mia conoscenza dell’Ateneo, che inizia nel 1977, la mia esperienza decennale negli Organi di Governo dell’Ateneo stesso e quella che ho avuto modo di acquisire in alcune posizioni di responsabilità di non secondario rilievo (ho diretto un Istituto CNR per un sessennio, sono stato Preside della Facoltà di Scienze Motorie dalla sua istituzione, sono stato  prima Commissario e poi Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda per il Diritto allo Studio dell’Università Parthenope).

Metto soprattutto a disposizione della nostra comunità il mio spirito di servizio, ben noto a chi tra Voi mi conosce, e la mia visione dei ruoli di responsabilità, sempre orientata a mettere in secondo piano le prerogative di tali ruoli -pur nel loro massimo rispetto e considerazione- per anteporre ad esse l’interesse collettivo, principalmente quello manifestato da qualunque componente dell’Ateneo esso provenga.

Questo sento di dovere e di poter fare per l’Istituzione alla quale sono legato professionalmente ed affettivamente da quasi quarant’anni.

Cordialmente

Giuseppe Vito


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